Il linguaggio segue delle tappe di sviluppo nel bambino che sono uguali in tutto il mondo. Allo stesso modo i disturbi e le problematiche di linguaggio e la loro origine hanno modalità universali di presentarsi.
Scopriamo quali sono le problematiche più comuni nello sviluppo del linguaggio e quali i comportamenti a rischio.
La maggior parte dei bambini presenta uno sviluppo del linguaggio regolare secondo tappe predefinite.
Alcuni ci mettono più tempo per acquisire il linguaggio, altri invece sono più rapidi.
Ognuno presenta uno stile di acquisizione diverso, per cui ci sarà il bambino che acquisirà in tempi rapidi ma con meno precisione, presenterà delle alterazioni della pronuncia o delle sostituzioni di suoni, però la frase si presenterà sempre completa.
Altri magari saranno più lenti e quando sbocceranno, inizieranno a parlare in modo molto preciso, senza sostituzione di suoni.
Individuare i comportamenti a rischio e le problematiche dello sviluppo del linguaggio é molto difficile, perché ci sono svariati aspetti che influenzano tale sviluppo e crescita, e spesso questi aspetti sono molteplici e imprevedibili.
1. Come capire se ci sono problematiche nello sviluppo del linguaggio?
Questi imprevisti possono essere legati a fattori anatomici, a fattori ereditari, al modo di comunicare in famiglia, a situazioni difficili familiari, a traumi di qualsiasi natura, a sindromi rare comparse all’improvviso o a sindromi ereditarie, come la dislessia, il disturbo di apprendimento, il ritardo di linguaggio dei parlatori tardivi e altro.
Ci sono però degli indicatori che ci permettono di controllare se tutto sta procedendo bene.
Questi indicatori si presentano in tempi costanti, sono delle tappe ben precise, delle età specifiche, in cui si possono evidenziare delle problematiche legate allo sviluppo in generale, sia cognitivo che linguistico.
Questi punti cardine sono collocabili su tre età in particolare:
- a 8 mesi
- a 24 mesi
- a 4 anni
2. Problematiche nei primi mesi di vita
A 8 mesi, se il mio bambino smette di gorgheggiare e non procede con la lallazione creando le prime parole a significato, come mamma e papà, dobbiamo controllare se funzionano bene l’udito e la vista.
Dobbiamo inoltre controllare se il bambino si volta quando c’è un rumore forte o quando viene chiamato, se segue con lo sguardo i nostri movimenti o i giocattoli che ha di fronte, se esplora lo spazio gattonando, in avanti o all’indietro non importa.
Nel caso che sospettiamo ci sia un problema, verifichiamo prima con il pediatra e poi rivolgiamoci a un otorino o a un oculista per un approfondimento di sicurezza.
3. Comportamenti a rischio a due anni
La seconda età in cui si può verificare un rallentamento o un blocco del linguaggio è a due anni.
Il bambino ha cominciato a dire alcune parole ma non procede, non guarda in viso, gioca da solo sempre allo stesso gioco, parla ma le sue parole sembrano più una cantilena che non delle parole con valore comunicativo, a volte ha fastidio ascoltando i suoni forti.
Un bambino che ha la capacità di utilizzare il linguaggio in modo comunicativo anche a due anni, utilizzerà insieme sia il linguaggio che il gesto.
Ad esempio, se ritualmente ogni giorno la zia viene a trovare il nipote, che non ha problemi cognitivi e di linguaggio, nel momento in cui sentirà suonare il campanello indicherà la porta e potrà dire “ Tia”, perché sarà già in grado di prevedere ciò che succederà, ciò che si aspetta e che per lui è piacevole.
Il bambino che non usa il gesto e il linguaggio, utilizzati da soli o insieme a scopo comunicativo probabilmente, avrà un problema di sviluppo, che andrà sempre valutato dal pediatra insieme alla famiglia e dal neuropsichiatra infantile, che potrà fare gli accertamenti adeguati e dare le indicazioni più utili.
Quando ci si accorge che all’età di 24 mesi il nostro bambino presenta in produzione un numero di parole inferiore a 50 e non combina insieme le parole, ma le utilizza sempre una per volta, può farci pensare ad un ritardo di linguaggio.
I 24 mesi sono appunto l‘età in cui la maggior parte dei bambini è in grado di utilizzare linguaggio per comunicare con gli altri, cominciando a lasciare la parte gestuale.
4. Problematiche nello sviluppo del linguaggio a quattro anni
La terza età che può indicare un ritardo di linguaggio sono i quattro anni.
Entro i quattro anni tutti i bambini sono in grado di comunicare attraverso il linguaggio.
È importante osservare se il bambino ha una buona attenzione e memoria.
Se è attento al racconto di una storia dai 5 minuti, per i più piccoli di due anni, ai 20 minuti dei bambini di 4 anni.
A quattro anni dobbiamo fare caso se riescono ad abbottonarsi la felpa, se cadono spesso, se non imparano ad allacciarsi le stringhe delle scarpe, se fanno fatica ad orientarsi in casa, se comprendono le consegne che gli diamo.
Quando si verificano queste difficoltà, bisogna rivolgersi al pediatra e al neuropsichiatra infantile che indicherà il percorso migliore e se intervenire o no.
Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sulle problematiche nello sviluppo del linguaggio, ti aspetto nella community di Parentube.
Un saluto,
Dott.ssa Anna De Santo, logopedista