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Dott. Aurel Garonfalo

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Scuola superiore: come affrontare la scelta?

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Scuola superiore: i ragazzi di oggi sono sommersi da informazioni di vario genere che spesso li mandano in confusione.

Indice

1. Cosa vuoi fare da grande?

Sin da quando si è bambini la domanda più ricorrente che ci viene posta è: “Cosa ti piacerebbe fare da grande?” oppure “Quale sogno hai nel cassetto?”

A queste due domande, da parte mia, spesso tardavano le risposte e ciò mi pareva strano. Ho iniziato dunque a chiedermi: “Sei sicuro di non avere un sogno nel cassetto o di non sapere cosa ti piacerebbe fare da grande?

Ed ecco che le prime risposte arrivarono…

Chi da grande voleva diventare un calciatore, un giornalista, un avvocato, un magistrato; chi dottore, musicista o ballerino, chi ingegnere o professore.

A fronte delle risposte dei miei compagni interagivo dicendo: “Ma conoscete i passi da compiere per arrivare a raggiungere il sogno?

La risposta più scontata era: “Impegnarsi”.

Lo condivido, ma la vera differenza la fa il “come” si raggiungono i traguardi.

2. Le criticità della scelta della scuola superiore

Perché ho fatto questo preambolo?

Perché sempre di più noto come i ragazzi e le ragazze sognino in grande, ma con parecchie difficoltà sul tipo di scuola da scegliere dopo le medie.

I ragazzi di oggi sono sommersi da informazioni di vario genere che spesso li mandano in confusione. Ebbene, il fatto che la scuola e i genitori tentino di orientarli verso la scelta, spesso essa si rivela un errore.

Una scelta sbagliata comporta difficoltà a scuola, poco impegno nello studio e, in molti casi, equivale a bocciature o al cambio indirizzo. Il fatto è che questo non sarebbe un grave danno se non che, spesso, a una prima scelta sbagliata, ne segue una seconda, con il rischio di abbandono scolastico.

Il sogno iniziale è dunque smarrito.

Viste queste criticità, credo che la scelta della scuola superiore, trattandosi della prima scelta fondamentale della propria vita, debba avvenire nel modo più oculato ed approfondito possibile.

Dalla mia esperienza di docente noto spesso che i ragazzi, dopo aver frequentato il primo anno di una scuola non adatta, si indirizzano verso istituti professionali, percorsi come i CFP, purtroppo non abbastanza valorizzati e che, invece, possono diventare una grande risorsa per la collettività.

È dimostrato che spesso questi percorsi in molti casi si rivelano altamente valorizzanti per i ragazzi, che scoprono doti che non immaginano e, dunque, ciò li aiuta ad aumentare la loro autostima e ad avviarli brillantemente verso il mondo lavorativo.

3. Cosa possiamo fare

Cosa possiamo fare, dunque, per aiutare i ragazzi nella scelta?

Fondamentale, per prima cosa, saperli ascoltare.

In secondo luogo, aiutarli a sviluppare quel sogno nel cassetto che, con il passare degli anni, potrà cambiare, ma aiuta a trovare il nucleo fondativo delle decisioni.

Infine, sarà essenziale farli sentire liberi di prendere una scelta.

Una vita scolastica fatta di serenità, di ascolto, di confronto favorisce la capacità di far acquisire al giovane più autostima, facendolo sentire importante e, soprattutto, permettendogli di prendere più fiducia in sé stesso.

Termino con una citazione di Fabrizio Carmagna:

“A scuola la lavagna è uno spazio su cui viene tracciato un nuovo confine. E ogni mattina l’insegnante cerca di far passare quante più persone da una parte all’altra. Dall’incertezza, dal dubbio, dal vuoto verso la conoscenza e il sapere. Non ci sono clandestini, tutti possono e devono sconfinare.3

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Articolo realizzato da:
Dott. Aurel Garonfalo
Consulente in ambito educativo, sportivo e benessere
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