lutto infantile
Dott.ssa Stefania Ravasi

Dott.ssa Stefania Ravasi

Come affrontare il lutto infantile?

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Anche se fa parte della vita, la perdita di una persona cara è un evento difficile cui i bambini possono reagire in modi diversi. E’ giusto dire la verità? Qualche coccola in più significherà viziarli? Porsi queste domande è normale: scopriamo insieme come accompagnarli in questa esperienza di crescita.

1. Lutto: come viene percepito dai bambini

Anche se fa parte della vita, la perdita di una persona cara è un evento difficile cui i bambini possono reagire in modi diversi. È giusto dire la verità? Qualche coccola in più significherà viziarli?

Porsi queste domande è normale, perché in generale l’elaborazione del lutto è un processo mentale lungo e complesso che implica un lavoro psichico molto impegnativo, ancor di più per i bambini.

Loro, infatti, soprattutto se molto piccoli non hanno ancora interiorizzato a pieno il concetto di morte e perdita, che si acquisisce pienamente solo verso i 10 anni: a 3-4 anni, infatti, il bambino non sa ancora che nulla dura in eterno, ignora la contrapposizione morte-vita, e pensa alla morte come qualcosa di non definitivo. Tale definitività viene generalmente appresa verso i 5-6 anni, in cui la morte è associata ad angosce e paure e viene attribuita più ad eventi esterni che a cause naturali.

È dai 7 anni circa che i bambini iniziano a confrontarsi con il concetto di irreversibilità, per arrivare a consolidarlo a 9-10 anni.
Si tratta quindi di un lento processo di acquisizione in cui la comprensione del significato della morte passa dal “non c’è”, al “non c’è più” fino al “non c’è per sempre”.a

2. Come possono reagire i bambini al lutto?

Proprio per la mancanza del concetto di lutto nelle diverse età, spesso erroneamente si pensa che i bambini non soffrano per le perdite, o che siano troppo piccoli per capire, che si riprendano molto facilmente o, al contrario, che siano segnati per sempre da questo evento e che debbano essere tenuti all’oscuro di ciò che accade per non farli soffrire.

In realtà, proprio perché i bambini si trovano ad affrontare una situazione di lutto quando ancora non hanno gli strumenti necessari per farlo in maniera funzionale trovandosi dunque in difficoltà, spesso possono avere alcune reazioni psicosomatiche, quali insonnia, inappetenza, balbuzie, disturbi della pelle, incubi notturni, oppure attraverso difficoltà di concentrazione, calo del rendimento scolastico, ripiegamenti regressivi (succhiamento del pollice, enuresi, encopresi, paura del buio, non voler dormire da soli), isolamento, irrequietezza, rabbia, aggressività e ansia, anche nei confronti del genitore sopravvissuto nel caso in cui la perdita abbia coinvolto uno dei due genitori o un famigliare stretto.

Può accadere, inoltre, che i bambini provino un senso di colpa legato o alla credenza che i propri comportamenti “cattivi” possano aver causato la morte della persona cara.
È certo che i bambini in lutto non tollerano a lungo il dolore, per cui è possibile che passino velocemente dal pianto al riso e che si distraggano interessandosi ad altro: quest’atteggiamento non deve essere confuso con il disinteresse o l’indifferenza; accade infatti che nei momenti più inaspettati essi pongano domande inerenti alla scomparsa della persona cara. Per cui è importante non sottovalutare le reazioni o le non reazioni del bambino.

3. Consigli su come aiutare tuo figlio ad affrontare il lutto

Come comportarsi dunque quando in famiglia avviene qualcosa di così traumatico come una morte?

L’appoggio di un adulto significativo è determinante, poiché il primo vissuto di lutto del bambino darà una sorta di imprinting ad altre eventuali esperienze di perdita.

–       I bambini capiscono cosa sta succedendo da tutta una serie di segnali. Tenerli fuori da tutto non è la soluzione, sanno comprendere che qualcosa è accaduto, lo sentono, lo leggono nei volti delle persone che amano, lo avvertono dai loro silenzi e dai loro movimenti.
Innanzitutto, la notizia della morte dovrebbe essere comunicata dai genitori o dal genitore sopravvissuto e dovrebbe essere fatto il prima possibile: va evitato a far finta di niente e non affrontare l’argomento, è importante trasmettere il fatto che nulla dura per sempre se non l’amore di mamma e papà. Utilizzate un linguaggio semplice e comprensibile per il bambino, ma chiaro e non ambiguo in modo tale che non si crei aspettative irrealistiche: potete per esempio spiegare che il nonno è partito per un lungo viaggio e non lo rivedremo per molto tempo, questo non vuol dire mentire ma affrontare l’evento nei modi e nei tempi giusti; oppure potete spiegare che le foglie dell’albero cadono e muoiono, ma l’albero continua a vivere per trasmettere il concetto che il ricordo della persona scomparsa rimarrà per sempre con noi, così come i suoi insegnamenti facendo passare l’idea che chi muore lascia sempre qualcosa di buono.
Potete facilitarvi anche guardando insieme una fotografia o un album dei ricordi per ricordare un bel momento che il bambino ha trascorso con la persona cara, questo può aiutare nel percorso di accettazione e comprensione, così come possono farlo storie e fiabe create ad hoc sul tema, in una sorta di “cura del ricordo”. Frasi come “lo so, ti capisco, manca tanto anche a me” sono un ottimo aiuto.

–       A proposito di linguaggio, fate attenzione al linguaggio del corpo che deve essere coerente con quello che dite e comunica molto di più delle parole stesse.

Le parole devono essere accompagnate da un contatto fisico intenso e caloroso: la comunicazione verbale ed affettiva con le persone care, offre ai bambini maggiori strumenti per esprimere ed interpretare le proprie emozioni e quelle altrui.

–       Se il bambino fa domande non bisogna essere evasivi e non rispondere con frasi tipo “capirai quando sarai grande” o “è una domanda troppo difficile per te”, ma dare con delicatezza risposte senza nascondere il tema. Bisogna essere disponibili anche a rispiegare più volte i fatti, tentando di rispondere solo alle domande del bambino con esempi concreti e veritieri

–       è importante che l’adulto conceda a sé stesso l’espressione della propria sofferenza, senza sentirsi inadeguato, ma è essenziale anche che cerchi un linguaggio che sia da ponte verso il bambino e lo incoraggi a manifestare il suo stato d’animo. La creazione di un’atmosfera intima ed accogliente e la disponibilità all’ascolto consentiranno al bambino di lasciarsi andare alle emozioni legate alla perdita (tristezza, rabbia, disorientamento, paura, sensi di colpa ecc.) e di iniziare a mentalizzare il proprio dolore, forti della rassicurazione dell’adulto rispetto alla tristezza, alla nostalgia o alla rabbia, fondamentale affinché l’elaborazione del lutto si compia

–       qualora l’evento non sia improvviso, è auspicabile che il bambino venga preparato gradualmente alla scomparsa della persona amata, concedendogli la possibilità di sentirsi partecipe. È vero che non si è mai preparati alla perdita di una persona cara, a maggior ragione se si è bambini, ma la possibilità di essere presenti può fare la differenza: il bambino avrà infatti l’opportunità di salutare la persona cara e di condividere il dolore con i suoi familiari, alleviando eventuali sensi di colpa futuri. Rispetto a questo, un’altra tematica importante riguarda la presenza dei bambini al funerale.

Il funerale è un importante rituale per la separazione, essendo un’occasione per dire addio alla persona: non parteciparvi potrebbe essere un danno per il bambino, che comunque va preparato a questo evento, spiegandogli dove si terrà, cosa accadrà, che ci saranno molte persone e che piangeranno ed infine lasciare che sia lui a decidere se esserci o no aiutandolo a capire il perché della sua decisione. Mostrare ai bambini i propri sentimenti rispetto al lutto è importante in quanto consente loro di imparare che questi hanno un inizio, una durata ed una fine.

Il congelamento o evitamento emotivo non è funzionale a questo tipo di apprendimento. Quindi partecipare ai funerali non è di per sé dannoso per i bambini, ma dipende dal tono emotivo che il funerale probabilmente avrà: se si tratta di funerali in cui si prevede che ci siano scene di disperazione perché magari la morte è stata improvvisa allora i bambini migliora lasciarli a casa. Se invece si prevede grande tristezza ma con un atteggiamento di contegno, allora si può consentire ai piccoli di partecipare, magari affidati una persona non direttamente coinvolta nel lutto (una tata).

–       In ultimo, sappiamo che le routine e le abitudini sono per i bambini qualcosa di fortemente rassicurante: è indispensabile cercare di mantenere il più possibile fisse le routine precedentemente instaurate, e alterare il meno possibile le abitudini familiari di modo da non aggiungere una seconda frustrazione a una situazione già di per sé faticosa.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Stefania Ravasi
Psicologa psicoterapeuta dell’età evolutiva
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