Oggi conosceremo alcune delle strategie che possiamo mettere in atto per contenere i capricci e trasformarli in un insegnamento a lungo termine.
1. Consiglio n. 1 sui capricci: nominare a parole e rispecchiare la mimica facciale
Nominare a parole e rispecchiare con la mimica facciale l’emozione che il bambino sta vivendo.
Dicendogli per esempio:
“Caspita! Sei proprio arrabbiato!”.
I bambini, infatti, non sempre sanno cosa stanno provando, deve essere l’adulto, almeno in un primo momento, a dare un significato a ciò che stanno esperendo.
2. Consiglio n. 2 sui capricci: validate le emozioni
Validare l’emozione riconoscendogli una causa
“Cosa ti ha fatto arrabbiare così tanto? Cos’è successo?”.
Riconoscere l’esistenza di un motivo scatenante, aiuterà il bambino a sentirsi compreso.
3. Consiglio n. 3: la respirazione
Spostare l’attenzione dal motivo del capriccio alla respirazione, proponendo di fare insieme tre lunghi respiri, per esempio.
Questo lo aiuterà ad abbassare istantaneamente l’attivazione emotiva e creerà in lui una maggiore disponibilità all’ascolto ed alla ricerca di una soluzione.
I capricci sono prevalentemente una manifestazione di rabbia. La rabbia è un’emozione come la gioia, la tristezza, la paura ecc… Come tale, infatti, la sua funzione è legata alla sopravvivenza.
Quindi, quando la rabbia viene esperita ed espressa, anche se sotto forma di capriccio, ha sempre un motivo o una causa scatenante.
4. Consiglio n. 4 sui capricci: strategia di Marsha Lineha
Esiste inoltre un’altra strategia non molto conosciuta. Questa viene proposta da Marsha Linehan e prevede di mantenere per qualche secondo una posizione in cui i palmi delle mani sono aperti e rivolti verso l’alto o verso l’esterno e in viso un “mezzo sorriso”. L’idea è più o meno questa.
Fatemi sapere se ci provate e se volete altre strategie mi trovate su Parentube!