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Dott.ssa Stefania Ravasi

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Cucù, c’è nessuno?

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Come mai ai bambini piccoli piace tanto il gioco del cucù?
Scopriamolo insieme alla nostra psicologa dell’età evolutiva Stefania Ravasi.

1. Gioco del cucù: perché piace tanto ai più piccoli?

I bambini, a maggior ragione quando sono molto piccoli non possono concepire che esista qualcosa che non possono vedere, il loro mondo è fatto di ciò che percepiscono in quel dato momento, non pensano che un oggetto continua a esistere anche se non è in vista.

Non hanno ancora interiorizzato un meccanismo cognitivo fondamentale che si chiama costanza dell’oggetto, ossia quella capacità di comprendere che un oggetto o una persona non scompaiono davvero se si nascondono o escono dal loro campo visivo: vedere scomparire il volto della mamma o di un’altra figura quando si fa il gioco del cucù genera in loro, soprattutto se si tratta di una persona di riferimento, un sentimento di ansia, perché credono di essere rimasti soli, e quando la mamma riappare, si sentono sollevati ed appagati, quindi ridono felici e contenti.

2. Cucù e nascondino: giochi utili

È un po’ lo stesso meccanismo ribaltato al contrario di quanto bambini più grandi, giocando a nascondino pensano di essere invisibili nel momento in cui tutto il resto dello spazio e il compagno di giochi scompaiono dalla loro vista: per loro basta nascondersi goffamente con solo la testa dietro una tenda, per sentirsi invincibili e completamente invisibili.

Grazie a questo gioco, i bimbi vengono accompagnati e facilitati nell’imparare che le persone ci sono anche quando non le si vede, capacità che si conquista pienamente in genere intorno ai 18 mesi imparando a immaginare l’oggetto o la persona scomparsa e dunque riuscendo a confortare sé stessi grazie all’immagine.

3. Cucù: non solo divertimento

Con questi giochi, cucù e nascondino, non solo si divertiranno e probabilmente ci divertiremo anche noi insieme a loro, ma si alleneranno così, nel tempo, al distacco dalle proprie figure di riferimento, permettendogli di superare la paura dell’abbandono.

Ecco perché per neonati o bimbi molto piccoli, che possono non aver ancora completato l’interiorizzazione di questo processo, può essere particolarmente difficile l’inserimento al nido o il distacco dalla figura materna. Per loro è ancora difficile sostituire la figura reale con un’immagine mentale della persona che è andata via, basandosi unicamente su ciò che vedono, toccano e sentono.

4. Cucù e nido: quali legami?

Nel momento in cui lasciamo il nostro bambino a una persona di fiducia o al nido, è importante salutare il proprio bambino e dire che torniamo presto.

Se il bambino ha già acquisito il concetto di “permanenza delle persone”, risulta meno difficoltoso il saluto e in lui l’ansia della separazione è minore perché sa che, anche se ci allontaniamo da lui, non scompariamo del tutto.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Stefania Ravasi
Psicologa psicoterapeuta dell’età evolutiva
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