Curiosità visiva: l’atteggiamento partecipe dei genitori permette al bambino di avere maggiore aiuto, nello sviluppo delle abilità uditive, visive e cinestesiche, basi dello sviluppo attentivo alla comunicazione.
1. Curiosità visiva: facciamo un passo indietro
Affinché il nostro bambino si incuriosisca rispetto all’ambiente e alle persone che lo circondano e interagiscono con lui, occorre fornirgli esperienze positive legate al linguaggio. Mettendo ancora di più l’accento sull’interazione positiva proprio con quei bambini che faticano di più per conquistare l’uso della parola.
Il genitore dovrà cercare di utilizzare uno stile comunicativo che sia appropriato, uno stile comunicativo coerente nei confronti dell’unicità del proprio figlio.
Il bambino ha un ruolo attivo nella comunicazione, egli infatti mentre ascolta seleziona strategicamente.
Cosa significa che seleziona? Il bambino ascoltando cancella o sceglie, usa delle strategie preferenziali e le strategie sono uniche per ogni bambino, perché ciascun bambino ha una propria strategia per apprendere, ci sarà il bambino che utilizzerà di più l’apprendimento visivo, un altro bambino potrà essere più uditivo, un altro ancora potrà essere cinestesico cioè avrà bisogno di muoversi molto per costruire la sua mappa di conoscenza del mondo.
2. La scelta della strategia comunicativa per stimolare la curiosità visiva
A seconda delle preferenze che ha il nostro bambino per comunicare utilizzeremo maggiormente una strategia visiva, uditiva, cinestesica, piuttosto che un’altra oppure le utilizzeremo tutte insieme.
Potremmo utilizzare un sistema di comunicazione che accompagni il linguaggio orale per i bambini più visivi, lo potremmo aiutare attraverso lo sguardo, la mimica facciale, la gestualità, attraverso la postura e la prossemica o vicinanza durante il gioco.
Nella mia esperienza posso consigliare di utilizzare tutte le strategie possibili per attirare l’attenzione del bambino e per aiutarlo ad esprimersi.
Anche nel bambino molto piccolo che cerca di non guardare in viso si può fare come gioco quello di cercare il contatto oculare viso a viso, ridendo, chiacchierando, giocando al cucù, nascondendosi solo parzialmente poi ricomparendo per ricercare poi la risata cristallina del nostro bambino.
3. Curiosità visiva: l’importanza del contatto oculare
È importante assicurarsi che ci sia un buon contatto oculare quando si parla con i bambini e il contatto oculare deve essere sostenuto e stabile perché guardandoci mentre gli si parla, il bambino vede l’espressione del nostro volto, osserva i movimenti di labbra e lingua mentre produciamo le parole e cercherà di imitarle spontaneamente.
Sarà importante quando gli parliamo sia che sia neonato o più grande, usare un tono di voce normale, non troppo alto e non troppo basso, ed un tono accogliente e una modulazione di linguaggio lenta e comprensibile. In questo modo il bambino riuscirà ad essere più attento a ciò che gli si dice e soprattutto se fosse un bambino che ha un problema di comprensione o di discriminazione del linguaggio da questa modalità di conversazione ne trarrebbe vantaggio.
Quando si interagisce con un bambino o quando il bambino ricerca la nostra attenzione è importante fermarsi, tralasciando ciò che si stava facendo e rispondere attraverso lo sguardo e attraverso il linguaggio posizionandosi alla stessa altezza del bambino in modo che possa dirvi ciò che vi vuole comunicare. Non è il bambino che si deve adattare a noi adulti, ma l’adulto, il genitore che per primo deve comunicare bene.
4. Giochi per stimolare la curiosità visiva
Vi sono altri giochi caratteristici che stimolano la curiosità visiva del bambino ad esempio: fare le smorfie insieme giocando a fare le boccacce davanti allo specchio , fare le bolle di sapone, ad esempio mettere una cannuccia in un piatto soffiare dentro all’acqua che è nel piatto e fare tante bollicine e vedere chi riesce per primo a mandare fuori l’acqua dal piatto, esercizio che servirà anche per il soffio, mantenendo l’ alternanza dei turni nel momento di soffiare , o ancora tirare la palla a turno verbalizzando il rumore della palla sul pavimento dicendo ad esempio :”ecco la palla! Pam la palla”, oppure inviandosi reciprocamente una macchinina, facendo a turno, dando anche dei comandi attraverso il linguaggio come: “ pronti ,partenza, via!” e spingendola, aspettare che il bambino faccia con noi la stessa cosa vocalizzando anche a modo suo l’azione.
5. Curiosità visiva: conclusioni
Altro modo per attirare l’attenzione è quello di provocare un imprevisto giocoso dicendo ad esempio “non c’è più”” Dov’è? “il giocattolo che avevamo visto dentro la scatola “dov’è finito?”, utilizziamo la mimica gestuale per rendere partecipe il bambino, sorridendo, e proseguiamo dicendo: “andiamo a cercarlo insieme “.
Stimolando il contatto oculare, l’ascolto e il movimento del gioco promuoviamo nel bambino l’iniziativa verbale o gestuale.
Quante volte giocando con i nostri figli o con i nipotini, nel momento del divertimento, abbiamo ripetuto più volte lo stesso gioco su richiesta e per la gioia del nostro bambino. La gioia e il sorriso rendono positivo apprendere.