da coppia a famiglia
Dott.ssa Samantha Dionisio

Dott.ssa Samantha Dionisio

Da coppia a famiglia: cosa comporta il diventare genitori?

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Da coppia a famiglia. Cosa comporta diventare genitori?
Quali sono gli elementi da tenere in considerazione quando da due si diventa tre o anche quattro?
In questo articolo vediamo le diverse fasi, come approcciarle e quali sono gli stili genitoriali.

Indice

La famiglia, che è il contesto relazionale più significativo per lo sviluppo dell’individuo, è per definizione caratterizzato da relazioni multi diadiche, che comprendono tutte le principali figure significative nella vita del bambino:

  • il padre
  • la madre
  • i nonni materni
  • i nonni paterni

Inoltre, il bimbo è inserito in processi relazionali più ampi che riguardano il gruppo come insieme (basti pensare alla relazione triadica madre-figlio-padre).

Cosa implica quel magnifico momento che è rappresentato dal diventare genitori?

1.  Da coppia a famiglia: le fasi

La famiglia con figli percorre di solito le seguenti fasi:

  1. La formazione della coppia
  2. Diventare genitori
  3. La famiglia con i bambini piccoli
  4. Gli stili genitoriali

Le fasi che la famiglia percorre nella propria evoluzione sono scandite da eventi specifici, quali: l’incontro dei partner e la decisione di costruire una famiglia insieme, la nascita dei figli, la pubertà dei figli, l’uscita dei figli dalla famiglia e l’ingresso dei genitori nella terza età.

Ogni volta che la famiglia accede ad una nuova fase, ha bisogno di ristrutturarsi perché deve affrontare una situazione nuova che mette in crisi le vecchie modalità di funzionamento.

L’assetto familiare e le relazioni tra i membri della famiglia hanno bisogno di cambiare.

Il passaggio da una fase all’altra può essere un momento critico perché richiede ai membri della famiglia di cambiare qualcosa in se stessi e nel loro modo di relazionarsi, e non sempre le persone sono pronte o desiderose di mettere in atto i cambiamenti necessari.

A volte può capitare che una famiglia, che accede ad una nuova fase, non riesca a riorganizzarsi, ma cerchi piuttosto di rimanere ancorata alle vecchie modalità di funzionamento.

2. La formazione della coppia

I partner si incontrano, si innamorano e poi decidono di formare una famiglia.

Ma, nella storia dell’uomo, la coppia non si è sempre formata in seguito all’innamoramento dei partner.

In Occidente, prima dell’epoca moderna (prima del XV secolo), ci si sposava per lo più per creare alleanze tra i gruppi sociali, mentre nell’epoca moderna (dal XV secolo circa fino al XVIII secolo) il matrimonio assolveva ad una funzione economica: marito e moglie fondavano una sorta di azienda familiare, con dei ruoli ben suddivisi e che era finalizzata a soddisfare le esigenze materiali della famiglia.

È solo in epoca contemporanea (negli ultimi due secoli), che si è gradualmente consolidata l’idea che la coppia fosse il luogo dove soddisfare i bisogni affettivi dei partner.

Solo recentemente (rispetto alla lunga storia dell’uomo) si è dunque parlato dell’amore come base e legittimazione della coppia e della famiglia.

All’inizio del ciclo di vita della famiglia è necessario che si formi una coppia stabile.

Purtroppo a volte questa fase viene saltata e spesso ciò avviene perché i partner non sanno che prima di passare alla seconda fase (nascita dei figli), è necessario che la coppia abbia superato la fase dell’innamoramento iniziale (l’Idillio) e si sia stabilizzata in un rapporto equilibrato.

I compiti e le difficoltà della coppia in corso di stabilizzazione sono:

  • costruire un’identità di coppia
  • definire i ruoli all’interno della coppia
  • imparare a gestire i conflitti
  • definire i confini della coppia
  • costruire un legame con la famiglia d’origine del partner
  • costruire un legame tra le famiglie d’origine
  • condividere i propri amici e conoscenti.

3. Diventare genitori

La genitorialità, ossia divenire genitori, non coincide con l’evento della nascita ma è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive, che determina un’alterazione dell’equilibrio della coppia.

La genitorialità implica un sostanziale riassetto delle relazioni interpersonali all’interno della rete di parentela della coppia stessa.

Le dipendenze irrisolte con le famiglie di origine possono, infatti, interferire con il funzionamento della coppia e talvolta “spingere” alla scelta di avere un figlio per motivi sbagliati, come ad esempio:

  • colmare un vuoto affettivo, “utilizzandolo” come supporto, come un contenitore di frustrazioni e solitudine, come sostituto di un amore familiare o di coppia;
  • come tentativo di sollecitare cure prenatali da parte dei genitori o del partner;
  • per trattenere il partner e vivificare il rapporto di coppia in crisi;
  • considerare il figlio un prolungamento di sé e dei propri bisogni infantili, per potergli dare tutto quello che è mancato a se stessi, perdendo di vista il bambino reale e le sue personali esigenze.

4. La famiglia coi bambini piccoli

La nascita dei figli rappresenta una nuova fase del ciclo di vita della famiglia e la coppia dei neo-genitori deve adattarsi ai nuovi compiti ristrutturandosi radicalmente.

Per i genitori, in particolare, la nascita del primo figlio rappresenta una vera e propria rivoluzione in termini di ruoli.

Da figli diventano (anche) genitori e, da questo momento in poi, sono tenuti ad assumere l’autorevolezza e le responsabilità che il nuovo ruolo comporta.

I compiti e le difficoltà di questa fase sono:

  • costruire l’identità della “famiglia con figli”
  • ristrutturazione della relazione di coppia
  • stabilire i confini della famiglia
  • cambiamento di abitudini e priorità
  • cambiamento emotivo del singolo genitore
  • passaggio di status.

5. Gli stili genitoriali

Generalmente ogni genitore mette in atto, nei confronti dei propri figli, uno stile genitoriale simile a quello adottato dai propri genitori, ovvero i nonni, nel caso in cui il rapporto sia stato vissuto in maniera equilibrata.

Nel caso in cui lo stile genitoriale vissuto in qualità di figlio sia stato vissuto in maniera sofferente, sarà più facile che venga adottato uno stile genitoriale opposto a quello sperimentato.

Ma come potremmo raggruppare e descrivere gli stili genitoriali?

Stile autoritario

I genitori autoritari sono molto severi e impongono diverse regole.

Essi possono ridicolizzare, biasimare, usare sarcasmo, minacciare i propri figli allo scopo di ottenere ciò che vogliono.

Ai bambini non è permesso fare domande o avere delle opinioni proprie.

Dal momento che i genitori si aspettano che essi si limitino a obbedire, questi bambini non imparano a ragionare con la propria testa o a prendere delle decisioni.

Lo stile genitoriale è rigido e inflessibile ed è destinato a non fornire alcuna libertà al bambino, il quale spesso ha paura dei genitori.

Non appena diventa più grande, impara a nascondere il proprio comportamento per evitare punizioni (ad esempio, se prenderà un brutto voto a scuola tenderà a nascondere la valutazione).

In età adolescenziale le reazioni tipiche sono tre: sottomissione, ribellione attiva o resistenza passiva (bighellonare, sognare a occhi aperti = ribellione coperta).

Stile permissivo

I genitori permissivi propongono poche regole e non definiscono limitazioni consistenti, sottomettendosi a volte alla volontà dei figli e determinando così una situazione di caos.

I genitori che adottano questo stile possono avere avuto genitori rigidi e autoritari, così decidono di non utilizzare alcuna forma di disciplina come reazione a quanto subito.

Un altro motivo può dipendere dall’elevato carico di stress che impedisce loro di avere la forza di fissare regole e di mantenerle.

Altre volte ancora, l’utilizzo di droghe o alcool impedisce loro di fissare limitazioni.

I bambini imparano dunque a fare quello che vogliono e possono incorrere in problemi relazionali, poiché ignorano i diritti degli altri, non hanno il senso del limite e risultano egocentrici e spesso annoiati.

Stile democratico

I genitori democratici accettano e rispettano l’unicità del bambino.

Essi sono in grado di bilanciare regole e libertà.

Fissano regole semplici spiegandone ai figli il motivo e mettono in atto delle ragionevoli conseguenze, nel caso in cui queste vengano infrante.

Vi è un’atmosfera di amore, rispetto, uguaglianza e un incoraggiamento nel correggere i propri errori e nell’affrontare le sfide quotidiane.

I bambini imparano che le loro opinioni sono importanti.

Essi si sentono accettati, amati, non hanno paura di fallire e considerano il mondo come un luogo sicuro e amichevole.

Dal momento che è stato loro permesso di fare degli errori, quando crescono sono in grado di prendere decisioni diventando indipendenti e responsabili.

6. Conclusioni

Nonostante possa apparire un’evoluzione naturale, il passaggio dall’essere coppia al divenire genitori non è così fluido e scontato come si potrebbe immaginare.

Le dinamiche, che influiscono sull’individuazione del nuovo equilibrio, dipendono da molteplici fattori:

  • l’individualità della mamma e del papà
  • le relazioni interpersonali con le famiglie di origine
  • i vissuti in qualità di figlio.

Tutti elementi spesso poco considerati che, con l’andare del tempo, rischiano di mettere a dura prova il sereno funzionamento della nuova realtà familiare.

L’importante è che, da parte di entrambi i componenti della coppia, sia costantemente presente la consapevolezza e la volontà di collaborare con forte spirito di squadra: solo così potrà nascere una nuova formazione vincente!

Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sul diventare genitori e il passaggio da coppia a famiglia, ti aspetto nella community di Parentube.

Un saluto,

Dott.ssa Samantha Dionisio, pedagogista

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Samantha Dionisio
Pedagogista e formatrice
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