Genitori che litigano: cosa succede alla coppia quando nasce un figlio? e prima?
Prima di avere dei figli avevamo degli ideali su come saremmo stati, pensavano che avere un bambino avrebbe reso la relazione di coppia più unita, che ci saremmo divertiti con i bambini e avevamo in mente che niente avrebbe potuto sottrarre del tempo alla relazione di coppia.
Si può uscire dalla situazione di genitori che litigano trasformando le divergenze in occasioni di crescita reciproca e di empatia.
1. Introduzione
Con l’arrivo di un bambino, invece, quel mondo ideale che avevamo nella testa, si scontra con la realtà di frequenti discussioni di coppia: sull’educazione dei bambini o sul desiderio di ricevere più attenzione o amore dal partner.
Ci ritroviamo spesso con poco tempo per noi stessi e per la relazione di coppia perché abbiamo mille cose da organizzare, per far funzionare la famiglia e i bambini non sono così dolci e accomodanti come avevamo pensato che fossero, prima di averne dei nostri, così ci sentiamo spesso agitati, irritati e spaventati.
Genitori che litigano per divergenze è fisiologico in ogni relazione, tutti noi abbiamo bisogno di imparare a gestire al meglio queste situazioni, soprattutto se sono ricorrenti.
2. Genitori che litigano: crisi o opportunità?
Litigare, discutere può essere visto come una crisi oppure un’opportunità, di conoscere meglio noi stessi e l’altro. Se la vediamo come una crisi rischiamo di separarci e non imparare dalle nostre esperienze, se invece l’accogliamo come un’opportunità allora è possibile gestire i conflitti.
La cosa invece che non dovremmo fare è ignorare i nostri bisogni e far finta che vada tutto bene, alla lunga questo genere di conflitti sotterranei, lede l’amore e la fiducia reciproca.
Ecco alcuni passi che possiamo fare, per affrontare al meglio i litigi di coppia, volendosi bene e senza farsi troppo male.
3. Genitori che litigano: un primo passo indietro
Le preoccupazioni
Se ci preoccupa che non riusciamo a vedere nello stesso modo l’educazione dei figli e per questo ci sentiamo frustrati o rattristati o arrabbiati, è bene sfatare il mito che i genitori devono essere sempre d’accordo nell’educazione dei figli, perché può pensarlo solo chi di figli non ne ha. I bambini e i ragazzi ci mettono molte e volte a dura prova, ma la cosa più onesta che possiamo fare, è essere autentici. I nostri figli lo sanno già, che con un genitore è più facile ottenere qualcosa, piuttosto che con l’altro genitore è più facile ottenere qualcos’altro.
Accettare di essere diversi
La natura ha voluto che per fare un figlio, occorresse essere geneticamente diversi. È inevitabile che siamo diversi anche nel modo di vedere l’educazione del figlio o le situazioni. Essere onesti allora vuol dire poter esplicitare le differenze tra genitori al proprio figlio: “Io penso questo, proviamo a chiederlo anche a papà”. La cosa importante è parlarne insieme. Datevi del tempo per stare nel problema, nel guardarlo dalle diverse angolazioni. Provate a mettervi in ascolto di quello che prova ogni membro della famiglia.
4. Non cercate il colpevole tra genitori che litigano
Qualunque discussione, problema stiate affrontando, non è ricercando la colpa che lo risolverete. Dare la colpa o sentire in noi stessi un senso di colpa, non ci aiuterà. Bisogna perdere qualcosa perché qualcos’altro possa accadere. Bisogna a volte perdere la certezza nelle nostre convinzioni, giudizi, soluzioni, per poterci aprire al sentire empaticamente l’altro, solo così qualcosa di nuovo può accadere.
5. Genitori che litigano: osservazione e consapevolezza
Immedesimazione
Se qualcosa che fa o dice il tuo compagno/a non ti piace descrivi i suoi comportamenti e non giudicarli. Prova a pensare se l’altro ha delle buone ragioni, per fare quello che fa e per dire quello che dice. Quali sentimenti e bisogni ha il tuo partner? Cerca di riuscire a separare la persona dal problema. Dire al tuo partner che è un egoista (giudizio) è molto diverso che dirgli che questa settimana è uscito 5 volte (descrizione).
No al possesso
Lascia andare il controllo. Siamo venuti al mondo senza nulla di nostro e torneremo da dove siamo venuti senza portarci via nulla, questo vale anche per le persone che non sono nostre, non ci appartengono, ognuno è di se stesso e di nessun altro. Invece siamo abituati a pensare in termini di: “MIO marito” “MIA moglie” e “MIO figlio”. Possedere invece di amare, diventa alla fine una gabbia. Chi ama con possesso, contribuisce ad alimentare proprio ciò di cui ha paura, ossia che l’altro vada via. Tutto questo crea grande sofferenza.
6. Un passo avanti
Quando chiedi qualcosa al tuo partner, fai delle richieste e non delle pretese. Ti accorgi di aver fatto una richiesta quando sei aperta anche a un no e a riparlarne insieme per trovare la soluzione migliore per entrambi.
7. Da genitori che litigano ad un punto di arrivo con consapevolezza
Lascia andare le aspettative che l’esperto di turno possa aggiustare il tuo compagno/a perché l’altro non è rotto, è solo diverso da te. Sento sempre più spesso con dispiacere, di mogli ben intenzionate che portano i riluttanti mariti in terapie di coppia e il terapista dopo molte sedute e una profusione di denaro speso, sancisce la conclusione della relazione di coppia. Nella mia esperienza ho visto, invece, grandi cambiamenti nelle persone che coltivano l’empatia in sé stessi perché quando ci si assume la responsabilità di se stessi dei propri sentimenti e dei propri bisogni, cambia il modo con cui vediamo le situazioni che stiamo vivendo.
8. Conclusioni
Nessuno è nato per rispondere alle nostre aspettative. Il regalo più grande che possiamo fare all’altro è restituire fiducia al suo sentire, anche se è diverso dal nostro modo di percepire o vedere le cose. A volte pretendiamo considerazione, rispetto e amore dall’altro ma proviamo a chiederci: “Quanto ne diamo noi e a noi stessi?”
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