ansia e paura
Dott.ssa Beatrice Farina

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Ansia e paura nei bambini: come affrontarla? [2023]

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Ansia e paura sono emozioni e, come tali, non sono né positive né negative. Semplicemente, esistono e hanno funzioni importanti, perché comunicano a noi stessi e agli altri informazioni importanti. Se, però, queste non vengono ascoltate per lungo tempo, possono trasformarsi in sintomi. Si suggerisce ai genitori di mostrarsi disponibili all’ascolto delle emozioni dei figli, cavalcando l’onda emotiva insieme a loro.

1. Ansia e paura nei bambini

Per cominciare, è importante distinguere tra ansia e paura. La paura è una reazione fisica e comportamentale di fronte a un pericolo specifico e reale, mentre l’ansia riguarda preoccupazioni per qualcosa di poco conosciuto o immaginato. L’ansia, così come la paura, è un’emozione comune che ha funzioni importanti, come motivare azioni utili e comunicare informazioni sul nostro mondo interiore.

Con il termine ansia (dal latino ango, letteralmente “stringere”) intendiamo uno stato di preoccupazione per qualcosa di poco conosciuto, per un pericolo supposto, incerto o solo immaginato. Differisce dalla paura, che invece rappresenta la reazione fisica e comportamentale che si sperimenta di fronte a un pericolo specifico e reale. L’ansia, così come la paura, è un’emozione comune, che ha funzioni importanti: ci aiuta a mantenere la nostra sicurezza, ci motiva a compiere azioni utili e comunica, a noi stessi e agli altri, informazioni sul nostro mondo interiore.

2. L’ansia e la sua utilità

L’ansia è uno stato di preoccupazione per qualcosa di incerto, supposto o immaginato. Questo stato mentale comune ha funzioni importanti, come aiutare a mantenere la sicurezza e motivare azioni utili, ma se non viene ascoltato, può trasformarsi in sintomi o disturbi. In questo articolo, parleremo della “danza dell’ansia” tra genitori e figli e di come un genitore “allenatore emotivo” può aiutare i propri bambini ad affrontare le loro paure in modo flessibile e armonioso.

3. Effetti negativi dell’ansia

Le manifestazioni d’ansia, se per un lungo periodo non vengono ascoltate o non sono accolte dai genitori, possono trasformarsi, già in tenera età, in sintomi, come pensieri specifici che riguardano ad esempio il timore che accadano “cose brutte” alle persone care, o pensieri circa la paura di non farcela, o sintomi somatici quali cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti, o strutturarsi in disturbo. La scarsa disponibilità dell’adulto può attivare un circolo vizioso di sofferenza che rende l’ansia più intensa, frequente e duratura rispetto a quella comune.

4. Come si manifestano ansia e paura

Le ansie e le paure nei bambini sono una componente normale dello sviluppo emotivo e cognitivo, e si manifestano in modo diverso a seconda dell’età e della personalità del bambino. Tra le ansie e le paure più comuni nei bambini troviamo la paura del buio, delle creature immaginarie (mostri, fantasmi), di separarsi dai genitori, di fare brutti sogni, di incontrare estranei, di non essere all’altezza delle aspettative degli adulti o dei compagni di scuola, di non essere accettati o di essere giudicati negativamente. Queste paure possono manifestarsi con sintomi somatici (ad esempio mal di pancia, mal di testa), comportamenti evitanti (ad esempio rifiuto di andare a scuola) o richieste di rassicurazione costanti. È importante ricordare che queste paure sono comuni e nella maggior parte dei casi transitorie, ma se perdurano nel tempo o interferiscono con la vita quotidiana del bambino, potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo per un supporto professionale.

4. Come affrontare ansia e paura

Come fare, dunque, per affrontare l’ansia e le paure dei propri bambini?

Quale risposta possiamo dare? Già dai primi anni di vita inizia quella che molti psicologi chiamano la “danza dell’ansia” tra genitori e figli, fatta di passi rigidi, spesso guidati dalle false credenze dei genitori sulle emozioni. Tra queste troviamo la convinzione errata che le emozioni spiacevoli siano negative: etichettandole come tali si rischia di attivare una continua lotta, in cui si cerca di eliminare, reprimere o controllare l’ansia dei bambini.

Sarà proprio il bambino a fare il primo passo della danza, chiedendo rassicurazioni per evitare le difficoltà, le avversità e per allontanare l’ansia stessa. Ma l’adulto che, pensando di fare bene, si limita a rassicurare il piccolo, proseguirà inconsapevolmente la rigida e impacciata danza dell’ansia, rinforzando il comportamento evitante del bambino.

Tuttavia, le manifestazioni d’ansia possono diventare sintomi o disturbi se non vengono ascoltate o accolte dai genitori. La scarsa disponibilità dell’adulto può attivare un circolo vizioso di sofferenza che rende l’ansia più intensa, frequente e duratura rispetto a quella comune.

5. Ansia e paura: niente etichette

Per affrontare l’ansia e le paure dei propri bambini, è importante evitare di etichettare le emozioni spiacevoli come “negative” e cercare di eliminarle o controllarle. Invece, un genitore “allenatore emotivo” dovrebbe essere disponibile all’ascolto, consapevole e dare valore alle proprie emozioni e a quelle del figlio.

La “danza dell’ansia” tra genitori e figli inizia già dai primi anni di vita del bambino e può essere fatta di passi rigidi, spesso guidati dalle false credenze dei genitori sulle emozioni. Un genitore “allenatore emotivo” dovrebbe invece cavalcare l’onda emotiva insieme al bambino, insegnandogli che l’ansia non esploderà, non sarà permanente e che si trasformerà in un’opportunità per sperimentare nuove abilità di gestione emotiva.

6. Cosa possono fare i genitori per gestire ansia e paura

Quali caratteristiche dovrebbe possedere, allora, un genitore “allenatore emotivo”? Come è possibile guidare i propri piccoli in una danza dell’ansia che sia flessibile e armoniosa? Qualsiasi adulto può riuscirci, se impara a riconoscere nelle emozioni spiacevoli un terreno di crescita. Non servono certo calmanti per i bambini, quanto piuttosto mostrarsi disponibili all’ascolto, essere consapevoli e dare valore alle proprie emozioni e a quelle del figlio.

Cavalcare l’onda emotiva insieme al bambino gli insegnerà che l’ansia non esploderà, che non sarà permanente e che si trasformerà in un’opportunità per sperimentare nuove abilità di gestione emotiva.

7. Ansia e paura: conclusioni

Ansia e paura sono tra le emozioni più comuni, ma se non gestite adeguatamente, possono trasformarsi in un disturbo che impatta sulla qualità della vita. È importante per i genitori riconoscere l’importanza dell’ascolto e dell’accettazione delle emozioni negative dei propri figli fin dalla tenera età, in modo da evitare la “danza dell’ansia” rigida e impacciata. Un genitore “allenatore emotivo” dovrebbe possedere la capacità di ascoltare e dare valore alle proprie emozioni e a quelle del figlio, cavalcare l’onda emotiva insieme al bambino per insegnare che l’ansia non è permanente e che si può imparare a gestirla in modo sano. L’obiettivo non dovrebbe essere quello di eliminare l’ansia, ma di trasformarla in un’opportunità di crescita e di sviluppo di abilità di gestione emotiva. In questo modo, i bambini possono imparare a gestire l’ansia in modo efficace e costruttivo, acquisendo competenze che saranno utili per tutta la vita. In sintesi, i genitori hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare i propri figli a gestire l’ansia e altre emozioni negative in modo sano. L’ascolto attivo, l’accettazione e l’allenamento emotivo sono fondamentali per creare un ambiente armonioso e flessibile, in cui i bambini possono crescere e svilupparsi in modo sano ed equilibrato.

 

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Beatrice Farina
Psicologa dello sviluppo
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