Che cos’è l’asma, cause e sintomi, come il trattamento osteopatico può affiancare la terapia medica tradizionale. Consigli sugli sport più adatti.
1. Cause
Ora andremo a sviscerare una patologia diffusa nell’età pediatrica che in Italia colpisce circa il 9% dei bambini sopra i sei anni: l’asma bronchiale.
In età prescolare, anche nei bambini non allergici, è molto frequente riscontrare una caratteristica dell’asma, ovvero il respiro sibilante: tosse e sibilo o respiro affannoso si presentano spesso in occasione di un comune raffreddore; questa caratteristica è data da un diametro più piccolo dei bronchi. Con la crescita, in genere, questi bambini sono destinati a non ripresentare il sibilo in età scolare, pertanto non vengono classificati come asmatici.
Viceversa, se tuo figlio iniziasse o continuasse a presentare episodi di ostruzione bronchiale e di sibili espiratori dopo i 5 anni di età che si manifestano anche al di fuori dei raffreddori, è molto probabile che il medico faccia diagnosi di asma bronchiale.
Nella gran parte dei casi questa condizione è di origine allergica, ma può essere causata anche da condizioni ambientali avverse, come l’aria inquinata, dall’attività fisica, la cosiddetta asma da sforzo e da infezioni virali.
2. Cos’è l’asma
È una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, caratterizzata dall’ostruzione dei bronchi. Prova da immaginare le vie aeree come un albero con tanti rami, più piccoli man mano che si diramano, e terminano con una sorta di piccoli palloncini, detti “alveoli” polmonari. In condizioni di normalità l’aria entra ed esce senza ostacoli. Se invece tuo figlio è un soggetto asmatico, le sue pareti bronchiali saranno ispessite a causa dell’infiammazione, e la maggiore produzione di muco ostacolerà il passaggio dell’aria. Inoltre, le cellule muscolari che circondano le vie aeree si contraggono restringendole, contribuendo così a ostacolare ulteriormente il passaggio dell’aria.
La crisi asmatica è definibile come un improvviso peggioramento dei sintomi dell’asma, che insorgono in maniera piuttosto intensa causando importanti difficoltà nel respirare.
Una crisi asmatica può essere lieve, con sintomi che migliorano con il trattamento domestico prescritto dal medico, oppure grave. Gli attacchi di asma lievi sono generalmente più comuni. Di solito, le vie respiratorie riconquistano pervietà nel giro di qualche minuto o comunque entro alcune ore dopo il trattamento.
Le gravi crisi asmatiche sono meno comuni, ma durano più a lungo, determinano sintomi più severi e richiedono immediata assistenza medica.
Riconoscerne i sintomi risulta quindi fondamentale; è comunque importante riconoscere e trattare anche i sintomi più lievi di un attacco d’asma, in modo da prevenire episodi gravi e mantenere la condizione sotto controllo.
3. Consigli sportivi
Sono un osteopata e ti parlo di asma anche perché il trattamento osteopatico, affiancato al trattamento tradizionale con cortisonici o broncodilatatori, può portare ad un miglioramento significativo della funzione polmonare nei pazienti pediatrici. Le aree che vengono prese in considerazione dall’osteopata sono quelle strettamente collegate alla respirazione: il dorso, le costole, il muscolo diaframma, la muscolatura associata alla respirazione e tutte quelle zone della colonna vertebrale di fuoriuscita dei nervi che regolano apertura e chiusura delle vie aeree.
Essendo particolarmente legato, probabilmente per deformazione professionale, ai benefici dell’attività sportiva sul nostro corpo, voglio darti alcuni consigli su quale potrebbero essere le scelte più azzeccate per avere un rischio minimo di attacco d’asma.
Ad esempio, praticare nuoto espone tuo figlio all’aria calda e umida durante l’allenamento, il che non tende a innescare i sintomi dell’asma.
Anche le passeggiate, il tempo libero in bicicletta e l’escursionismo sono buone attività sportive per le persone asmatiche. Gli sport di squadra che richiedono sforzi fisici di breve durata, come il baseball e l’atletica leggera su distanze ridotte, hanno meno probabilità di causare sintomi rispetto agli sport con movimenti continui come il calcio, il basket o la corsa a lunga distanza.
Le attività praticate a temperature basse come lo sci e l’hockey sul ghiaccio hanno maggiori probabilità di peggiorare i sintomi.
Tieni sempre presente che con una diagnosi, un trattamento adeguato e con “l’ok” del medico curante tuo figlio potrà partecipare ed eccellere in quasi tutti gli sport o attività.
4. Uso dello smartphone: i miei consigli
Qual è il mio consiglio?
- No a schermi prima dei 3 anni; periodo nel quale il bambino con l’ausilio dei 5 sensi interagisce con l’ambiente, sviluppa e migliora l’attenzione e si connette al mondo.
- No ai videogiochi prima dei 6 anni, o al massimo 30 minuti al giorno. È importante indirizzarli verso interazioni sociali e attività pratiche. Devono attivare le competenze sociali e relazionali.
- Introdurre internet per eventuali attività didattiche dai 9 anni e affiancarli durante la navigazione.
- Il PC con un uso moderato può essere inteso come apprendimento globale.