Adolescenza: com’è essere adolescenti oggi? Se dovessimo dare forma al concetto di adolescenza attraverso un’immagine, cosa ci passerebbe per la testa?
In questo articolo con la dottoressa Dionisio rispondiamo alle domande più comuni sul tema dell’adolescenza.
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Se dovessimo dare forma al concetto di adolescenza attraverso un’immagine, cosa ci passerebbe per la testa?
Probabilmente vedremmo scorrere volti di giovanissimi dagli sguardi imbronciati, arrabbiati, cupi.
Li immagineremmo con un cellulare in mano, con strane capigliature, unghie dipinte di smalto, qualcuno con la sigaretta fra le dita, rinchiusi nella propria cameretta o in giro per le strade a far baldoria.
Ebbene sì, l’idea comune di adolescenza è spesso stereotipata, rappresentata ancora oggi dalla frase, che ci ricordavano le nostre nonne tanti anni fa, ovvero “gli adolescenti non sono né carne né pesce”.
Cosa c’è ancora di vero in questa frase? Gli adolescenti di oggi sono diversi da quelli di una volta? Cosa è cambiato?
Come dobbiamo porci nei confronti dei nostri figli adolescenti affinché possa rimanere aperto uno spiraglio di dialogo e confronto finalizzato al supporto della loro crescita?
Queste (e tante, tante, tante altre!) sono le richieste più ricorrenti dei genitori in consulenza pedagogica, notevolmente aumentate a seguito dell’Emergenza Covid, che arrivano stremati da una quotidianità caratterizzata da liti furibonde per motivi banali, da silenzi murati, da evidenti sintomi di ansia non palesati a parole.
L’intenzione di questo articolo è proprio quella di rispondere nella modalità più chiara e fruibile alle domande sollevate sul tema degli adolescenti.
1. Chi sono gli adolescenti e come cambiano?
Cerchiamo, innanzitutto, di chiarire il concetto base: a chi ci riferiamo con il termine “adolescenti”?
Nello specifico è possibile da subito effettuare una piccola distinzione tra sottocategorie, ovvero:
- i ragazzi nella fascia d’età 11-14 anni, che vengono definiti pre-adolescenti (è l’età che solitamente coincide con le scuole medie);
- i ragazzi nella fascia d’età 15-18 anni, individuati come adolescenti (coincide con le scuole superiori).
Avendo ora più chiara la fase esistenziale a cui ci stiamo riferendo, passiamo ad analizzare gli aspetti caratteristici dell’adolescenza, ovvero quei cambiamenti psicologici e fisiologici che caratterizzano l’età di passaggio dalla fanciullezza all’età adulta.
Cambiamenti tipici durante l’adolescenza
- Cambiamenti fisiologici: il periodo della maturazione sessuale (pubertà) e l’adolescenza sono caratterizzate da trasformazioni fisiche, neurormonali e psichiche attraverso le quali il corpo di un bambino diviene un corpo adulto capace di riprodursi. Durante questa fase inizia l’attività delle ghiandole sessuali. Durante la pubertà, invece, si sviluppano altre differenze, che includono, per le ragazze, inizio del ciclo mestruale, crescita di peli ascellari e peli pubici e per i ragazzi modificazione della voce (diventa più profonda), crescita dei peli pubici e del viso, erezioni.
La velocità di questi cambiamenti in alcuni adolescenti può causare apprensione per la trasformazione che subisce il loro aspetto.
Non sapendo che questo processo varia in base a caratteristiche individuali (ad esempio, il genere) e a fattori esterni (alimentazione), possono sentirsi preoccupati, soprattutto se tali mutamenti avvengono prima o dopo rispetto ai loro coetanei.
Nell’adolescenza, accanto ai radicali cambiamenti fisici, si accentua anche la capacità d’introspezione: il confronto con i compagni della stessa età si fa più intenso e ognuno tende a paragonarsi con un modello fisico ritenuto ideale.
Molti adolescenti si sentono infelici per il loro aspetto esteriore, tendono a non accettarsi, seppure senza motivo, e ritengono di non essere graditi neanche agli altri.
- Cambiamenti psicologici: si verificano modifiche nei comportamenti psicosociali e nelle emozioni grazie alle crescenti capacità di attenzione, ragionamento, memoria e linguaggio (capacità cognitive e intellettive). Vengono sviluppate maggiori capacità di ragionamento, si fa strada un pensiero logico e morale, diventano capaci di pensare in modo astratto e di formulare giudizi, nonostante raramente gli adolescenti riescano a proiettarsi al di là del presente, il che spiega l’incapacità di alcuni di loro di riuscire a immaginare le conseguenze a lungo termine delle proprie azioni.
2. Adolescenza: i “compiti” durante la crescita
Poste queste basilari premesse, passiamo ora ad evidenziare quali sono i compiti che un adolescente dei nostri tempi si trova, inconsciamente, a svolgere per sopravvivere a questa faticosa fase di crescita.
- IDENTITÀ: l’adolescente attraversa una vera e propria crisi di identità, si accorge che il proprio corpo sta cambiando, che vorrebbe avere maggiore autonomia (nelle scelte, nella selezione dei coetanei da frequentare, nella gestione della propria persona), che nella relazione familiare si sente “stretto”, quindi si ribella a tutte quelle modalità comunicative e comportamentali che lo caratterizzavano qualche tempo prima.
- ALLONTANAMENTO FISICO E AFFETTIVO: gli adolescenti sfuggono agli abbracci di mamma e papà, evitano i loro baci e le loro effusioni in pubblico, raccontano di meno a casa e di più agli amici, rifiutano le figure adulte di riferimento in qualsiasi contesto (scolastico, sportivo). Ai genitori sembrerà di non riconoscere più il proprio figlio o la propria figlia e inizieranno ad echeggiare frasi del tipo “Questa casa non è un albergo!”, “Più rispetto!”, “Non puoi farti vedere solo a pranzo e a cena e poi rinchiuderti nella tua stanza!”, “Sei gentile con me solo quando vuoi dei soldi o hai bisogno di qualcosa!”.
- SPERIMENTAZIONE: quando nostro figlio esce dal parrucchiere con un nuovo e strambo colore di capelli, quando sostiene con forza la necessità di farsi bucare con un piercing o dipingersi con un tatuaggio, quando trovate pacchetti di sigarette nascosti negli zaini o nelle tasche delle giacche (con le classiche scuse “le sto tenendo per un amico”), quando vostra figlia vi confida che vorrebbe un seno più prosperoso, o la ricostruzione in gel delle unghie o ancora le extension a ciglia e capelli, non crollate in una crisi di nervi, ma fermatevi a riflettere e ricordate che i vostri adolescenti stanno sperimentando cosa piace e cosa non piace loro. Siete messi a dura prova, vero?
3. I bisogni in adolescenza
Alla luce di queste fatiche, quali sono i reali bisogni degli adolescenti, spesso inconsci e taciuti o inadeguatamente manifestati?
Quando mi confronto con i genitori in merito a questo argomento, premetto sempre che il bisogno ha una prerogativa: se è soddisfatto, conduce ad un reale cambiamento nei rapporti interpersonali, nel lavoro e nei rapporti sociali in genere.
Se non viene soddisfatto, il soggetto rischia di non maturare o di sviluppare una qualsiasi manifestazione di disagio psicologico.
Realizzata questa presa di coscienza, ecco ciò che gli adolescenti hanno la necessità di soddisfare:
- appartenenza al gruppo e di interazione con i pari: sono bisogni fondamentali per aiutare l’adolescente a sviluppare la propria identità, sia dal punto di vista psicologico che sociale. Sviluppando un legame di appartenenza il ragazzo si sente più sicuro di sé, si sente accettato e considerato dai compagni (e non solo dai propri genitori) ed interagisce con la tendenza ad aggregarsi ai propri simili.
- il bisogno di comunicare e di essere ascoltati: è un bisogno, spesso trascurato, ma comune a tutti gli esseri umani (e mi piace ricordarlo attraverso una citazione di J.Donne, “Nessun uomo è un’isola”) e negli adolescenti ha la prerogativa di non poter essere soddisfatto da una semplice conversazione, bensì da un rapporto significativo in cui il soggetto mette in comune con un’altra persona qualcosa di importante di sé e del proprio mondo interiore. E’ fondamentale che i giovani siano aiutati a soddisfare questi bisogni, dal momento che in famiglia la comunicazione, a volte, è carente nella frequenza e nella qualità.
- di non essere considerati bambini: spesso i genitori faticano ad accettare o a realizzare che il loro piccolo sta crescendo e, anche se non è ancora in grado di dimostrare sufficiente autonomia o maturità, nelle azioni e nei ragionamenti, è fondamentale che gli adolescenti si sentano trattati dai genitori all’interno di una relazione simmetrica, che venga data loro l’opportunità di esprimere la propria opinione, anche se diversa da quella di mamma e papà e soprattutto che vengano coinvolti, manifestando empatia, fiducia e ascolto, nelle decisioni e nel problem solving quotidiano.
4. Conclusioni
Anche se apparirà come un luogo comune, ribadisco il fondamento del pensiero dei nonni di un tempo, per cui “fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo”.
Come sono cambiati gli adolescenti di un tempo, così sono cambiati anche i genitori: il ruolo si è ammorbidito, assumendo forme in continua evoluzione.
È fondamentale, e lo ricordo ad ogni occasione, che il genitore sia in grado di manifestare la propria umanità.
In che senso? Attraverso le emozioni: i genitori commettono degli errori, chiedono scusa, a volte piangono, possono essere stanchi o tristi o preoccupati.
Condividere i propri stati d’animo con i figli aiuterà le mamme ed i papà ad evitare quella sorta di ansia da prestazione e quel senso di protezione, nei confronti dei loro “piccoli”, da tutto ciò che nella vita quotidiana può apparire difficile e problematico.
Piuttosto che fuggire dai problemi, sarà più utile sostenere i propri figli adolescenti fornendo loro le strategie per affrontarli. Così capiranno se da grandi diventeranno carne o pesce.
Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sull’adolescenza, ti aspetto nella community di Parentube.
Un saluto,
Dott.ssa Samantha Dionisio, pedagogista