1. Ascoltare i propri figli in adolescenza: introduzione
Nella vita di tutti i genitori, guardare ed ascoltare i propri figli, specialmente nell’età dell’adolescenza ci porta a farci spesso tante domande come ad esempio:
“Perché non mi ascolta, perché mi nasconde situazioni critiche; perché non si relaziona con me o si chiude in sé stesso, non provando a chiedermi aiuto”?
Queste domande, e sempre più con l’andare del tempo, le ho riscontrate attraverso le esperienze che mi capita di vivere in consulenza e ho notato sempre più come i ragazzi e le ragazze abbiano molta necessità di sentirsi ascoltati e capiti ma soprattutto di non sentirsi costantemente giudicati o criticati. Spesso è emerso, dalle mie esperienze di confronto con loro e dai loro racconti, una forte paura del confronto con i genitori. Paura di essere solamente giudicati od etichettati, e non aiutati a superare un momento di difficoltà.
2. Come far comprendere ai nostri figli che li vogliamo ascoltare
E allora per iniziare e creare un patto di fiducia bisogna fargli comprendere che siete lì per aiutarli a crescere, e non per sgridarli o far solo notare gli errori. Obiettivo è solo farli diventare adulti con Responsabilità e fargli comprendere che solo attraverso un ascolto ed un confronto reciproco sincero, si può crescere, crescere reciprocamente. Dalla mia esperienza, posso inoltre affermare che anche i genitori stessi hanno un grande bisogno di essere ascoltati e supportati.
Negli ultimi anni questa difficoltà del confronto ed ascolto fra genitore e figlio è emersa sempre in modo più marcato, specialmente post lockdown, evidenziando sempre di più una chiusura sempre più a riccio verso i genitori da parte dei ragazzi/e che utilizzano sempre con più assiduità mezzi social come TikTok o Instagram, perdendo così in questo modo un allenamento al confronto umano “dal vivo”.
3. Ecco cosa possiamo fare per far capire agli adolescenti che li vogliamo ascoltare
Ed allora cosa possiamo fare?
- Sicuramente per prima cosa osservare i loro comportamenti;
- Ascoltare con attenzione, e non con frenesia;
- Dedicare del tempo a loro per capire le loro esigenze ed eventuali paure;
- Aiutarli attraverso il confronto costante ma non ossessivo, a comprendere l’importanza che loro stessi rivestono nella loro vita di genitori;
- Fornirgli un modello di ascolto e confronto per fargli comprendere le Responsabilità che in futuro avranno sia da adulto, sia in qualità di genitore nel momento in cui avranno una loro famiglia.
4. Come fare per ascoltare i propri figli?
In questo particolare momento di estreme fragilità dei ragazzi/e, dobbiamo far si di far comprendere loro che il futuro sarà loro e quindi siamo tutti davanti ad una grossa responsabilità educativa, sia per voi genitori che per noi educatori. Solo con un grande lavoro di squadra potremo far sì di far acquisire ai ragazzi/e più autostima verso loro stessi e soprattutto portarli così a farli sentire in ogni momento importanti per voi genitori, facendogli prendere più fiducia in voi e facendogli comprendere l’importanza del valore della famiglia.
5. Ascoltare i propri figli: conclusioni
In conclusione, vorrei terminare questo mio articolo con una citazione fatta dallo scrittore Fabrizio Caramagna che recita:
Ognuno di noi corre da solo verso l’amore, da solo verso i sogni e le delusioni. Ma se la famiglia – anche solo per un tratto – corre insieme, tutto è più Facile e da uno stralcio di un intervento fatto da Don Claudio Burgio, fondatore e presidente dell’Associazione Kairòs e cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano durante l’incontro dal titolo: “Educazione: una relazione libera” che cita: “Noi adulti spesso e volentieri vogliamo tener lontano la sofferenza dai nostri ragazzi, dai nostri figli.
A volte ci sostituiamo a loro per non farli soffrire, a volte anticipiamo noi le scelte dei nostri figli per evitare che incorrano in pericoli. A volte organizziamo noi il tempo, fin da quando sono dei bambini piccoli, in modo tale che non abbiano a dover gestire in modo creativo il loro tempo e abbiamo il terrore che il tempo libero diventi poi un tempo vuoto, pericolosissimo. A volte vorremmo anche decidere noi chi sono i loro amici, le loro compagnie. Ecco la sfida della libertà è un’altra: la sfida della libertà è di partire dalla realtà e se la realtà è fatta anche di sofferenza, di dolore, di sacrificio (che è una parola che non si usa più) noi dobbiamo accompagnare questi ragazzi dentro questa realtà.